I preti, dall'alba del cristianesimo ai giorni nostri, sono stati oggetto e soggetto di atti di violenza e di crimini, per affermare di volta in volta, la libertà di professare la nuova religione, (vedi i cristiani in pasto ai leoni nel Colosseo), o per propugnare o combattere nel corso di durissime lotte fra cristiani, le regole del proprio credo religioso. La strage di San Bartolomeo a Parigi, la notte del 23 Agosto 1572, vide il massacro degli ugonotti, riformatori seguaci di Calvino, da parte dei cattolici. All'apprendere la notizia, Papa Gregorio XIII fece cantare un Te Deum di ringraziamento, coniare una medaglia con la propria effigie per ricordare l'evento e commissionò al pittore Giorgio Vasari una serie di affreschi raffiguranti il massacro, tuttora presenti nella Sala Regia dei Palazzi vaticani. I papi moderni, invece, hanno chiesto perdono agli uomini e a Dio per quelle stragi "cristiane".
Ma c'è dell'altro, purtroppo: i preti, i frati e, in minor misura, le monache (vedi la monaca di Monza nei Promessi Sposi del cattolico Manzoni, e parecchie novelle nel Decamerone di Boccaccio), si sono sempre macchiati degli stessi peccati o crimini del resto della popolazione. Come è statisticamente normale, del resto.
Anzi, correva voce tra le malelingue del popolo, fin dal Medioevo, che i peggiori elementi, i manigoldi più scapestrati, si rifugiassero dopo una vita dissoluta o dedita al vizio, al sicuro nei conventi.
La vocazione riottosa dei preti e specialmente dei frati è proseguita nei secoli fino ad oggi, anche quando le regole sono ormai stabilite con le rispettive aree di influenza territoriale: la chiesa cattolica, quella ortodossa, i riformatori del nord Europa e tante altre realtà minori. Chi non ricorda la notizia che ha fatto il giro di tutti i telegiornali del mondo sulle botte da orbi in Terra Santa, fra preti armeni e greco-ortodossi all'interno della Chiesa della Natività a Betlemme per presunti millimetrici sconfinamenti?
Insomma, i preti sono sempre stati restii ad obbedire alle regole, anche quelle da loro stessi formulate. “Nun fa quello che il prete fa, fa quello che il prete dice”, chiudeva un sonetto del Belli.
Ai suoi tempi i membri del clero avevano uno status vicino all'impunità. Senza contare che dentro chiese e conventi la forza pubblica neanche poteva entrare. Tanto è vero che in quell'attendibile romanzo storico che è i Promessi Sposi si parla del rifugio in chiesa o convento come ultima salvezza di un criminale, cioè di una vera zona di extra-territorialità.
La pena più utilizzata, fino ad oggi come mostrano gli episodi di pedofilia degli ultimi anni, era il semplice trasferimento del religioso reprobo in altra chiesa, convento o missione. Un po' come nelle forze armate, dove per mancanze relative al comportamento in servizio, scarsa efficienza, scarsa attitudine al comando e via discorrendo, esiste il trasferimento in reparti considerati di punizione, per ubicazione disagiata o per turni di servizio, magari 24 ore su 24.
Ma tornando ai tempi del Papa Re, il Belli dipinge così la giustizia applicata ai religiosi:
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LA GGIUSTIZIA PE LI FRATI
In primo logo, un frate, anche a vvolello
pien de dilitti e ccarico de fijji,
un governo eccresiastico è ppe cquello
senz’occhi, senz’orecchie e ssenz’artijji.
Inortre li Conventi hanno un fraggello
d’arberinti e dde tanti annisconnijji,
che mmànnesce qualunque bbariscello
e mme tajjo la testa si lo pijji.
Finarmente, te vojjo anche concede
ch’er frataccio sii trovo e ccarcerato
quer ch’imbrojjeno poi come se vede?
Malappena er bisbijjo s’è acquietato,
je muteno convento, e cche ssuccede?
Chi ha aúto ha aúto, e cquer ch’è stato è stato.
7 giugno 1834
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Versione. La giustizia per i frati. Il governo ecclesiastico nei confronti di un frate, anche pieno di delitti e carico di figli, è senza occhi, senza orecchie e senza artigli. Inoltre i conventi sono pieni di labirinti e tanti nascondigli che anche a mandarci qualunque “bargello” (a Roma e in Toscana era il capo della Polizia), mi faccio tagliare la testa se lo cattura. Poi, anche a voler concedere che il frataccio sia preso e carcerato, vuoi vedere cosa ti combinano? Appena l'episodio viene dimenticato, lo trasferiscono ad altro convento. E poi che succede? Che chi ha avuto ha avuto e quel che e' stato e' stato.
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Questi ultimi versi vi hanno fatto fischiare le orecchie? E' proprio quello che sta accadendo tuttora. Anche nella triste vicenda dei preti pedofili, la Chiesa ha ripetutamente fatto ricorso al suo Foro interno, e ad un'interpretazione bonaria del suo codice di diritto canonico, anziché a quello esterno delle magistrature laiche e delle autorità di Polizia. Come dicevamo, grande attualità del Belli...
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IMMAGINE. Frate che seduce una fanciulla (stampa antica). La cosa doveva essere frequente, visto che è entrata nell'immaginario collettivo, tanto da lasciarci centinaia di racconti e disegni.
20 aprile 2010
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5 commenti:
Ah, ah, molto interessante. Però, 'sti frati...:-)
Complimenti anche per la stampa antica azzeccatissima... dove l'hai trovata?
Be' è quello che accade da decenni coi preti cattolici pedofili. Avete ragione: il Belli è sempre moderno e attuale.
Infatti, S.Pietrino (ma che razza di alias!) ne parlo sul blog "Salon Voltaire". E siamo alle solite: perfino il cardinal... Law si rifugia in Vaticano perché inseguiti dalla... Legge, quella vera, non quella della jungla:
http://salon-voltaire.blogspot.com/
La chiesa cattolica andrebbe abolita per qualche secolo poi........ si vedrà.
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