4 settembre 2011

Fontana del Moro. Se piazza Navona è in balia dei vandali.

Fontana_del_Moro Avesse lasciato, papa Innocenzo X, parente e anche amante (sussurravano monsignori e popolino) di Donna Olimpia), la cancellata attorno alla fontana del Moro! I vandali non avrebbero potuto danneggiarla, come invece è accaduto.

Piazza Navona, per chi vi entra da Campo de’ Fiori superando il monumento a Marco Minghetti e costeggiando palazzo Braschi, si presenta all’improvviso con un primo piano eccezionale: la bella e curiosa statua del Moro, un omaccione nerboruto con la faccia dai tratti forti e il naso camuso (un mitologico “tritone”, ma il popolo pensò che si trattasse di un “moro”, cioè d’un negro, e il soprannome è rimasto) che trattiene per la coda un piccolo delfino.

La fontana del Moro fu commissionata da papa Gregorio XIII nel 1574 all’architetto Giacomo Della Porta. Per la decorazione furono utilizzati i quattro tritoni grotteschi che due anni prima erano stati scolpiti per la fontana di piazza del Popolo, con l’aggiunta di due mascheroni ornati da delfini. Proprio su uno di questi mascheroni (quello in primo piano a sinistra, nella foto in alto) si è accanito un folle vandalo armato di una pietra, colpendo ripetutamente – come ha mostrato la telecamera di controllo – fino a decapitare i due draghi alati (v. foto in basso).

Nel 1651 papa Innocenzo X affidò a Bernini il rifacimento della fontana, con l’eliminazione dei gradini e della cancellata (che errore, visto quello che è successo!) e la costruzione di una vasca esterna più grande della stessa forma di quella interna. Al centro il Bernini aveva scolpito una grossa conchiglia con tre delfini, che però non piacquero al Papa, che li fece togliere. Come “prova d’appello” il Bernini si inventò la figura maschile, a cui lo scultore G.A. Mari aggiunse il delfino che getta acqua dalla bocca.

Il gruppo marmoreo della fontana del Moro, pur così composito, piacque molto, ed è diventato il secondo simbolo di piazza Navona, dopo la fontana centrale con l’obelisco, detta “dei Fiumi”. Tanto che il Belli immagina che una ricca turista inglese, forse invaghita dalle robuste forme del “selvaggio”, abbia chiesto la statua al Papa, a qualunque costo. Avendone, ovviamente un netto rifiuto:

ER MORO DE PIAZZA NAVONA  
Vedi llà cquela statua der Moro
c’arivorta la panza a Ssant’aggnesa?
Ebbè, una vorta una Siggnora ingresa
la voleva dar Papa a ppeso d’oro.
Ma er Zanto Padre e ttutto er conciastoro,
sapenno che cquer marmoro, de spesa,
costava piú zzecchini che nun pesa,
senza nemmanco valutà er lavoro;
je fece arrepricà ddar Zenatore
come e cquarmente nun voleva venne
una funtana de quer gran valore.
E cquell’ingresa che ppoteva spenne,
dicheno che cce morze de dolore:
lusciattèi requia e scant’in pasce ammenne.
25 agosto 1830

Versione. Il Moro di piazza Navona [“piazza-Navona” nel testo originale]. Vedi là quella statua del Moro [negro] che rivolta la pancia verso la chiesa di S.Agnese? Ebbene, una volta una signora inglese la voleva acquistare dal Papa a peso d’oro. Ma il Santo Padre e tutto il Concistorio [voleva dire Curia], sapendo che quel marmo, di spesa, costava più zecchini di quanto pesasse, senza neanche valutare il lavoro [esagerazione popolaresca]; le fece rispondere dal Senatore [equivalente del sindaco], come e qualmente non voleva vendere una fontana di quel gran valore. E quella inglese che poteva spendere dicono che ci morì dal dolore. “Luceat eis, requiescant in pace, amen”.

Fontana-del-Moro mascherone danneggiato Allora, come si vede, il Senatore, l’equivalente del nostro sindaco, aveva molto a cuore l’arte, e difese la statua dalle voglie d’una turista. E forse anche i capo-rioni addetti alla polizia urbana nelle varie zone storiche del Centro avrebbero vigilato, pur nella pigrizia e sonnolenza dei burocrati della Roma papalina, magari messi sull’avviso dai soliti monelli sempre a piedi nudi, che sapevano tutto e correvano ad avvertire in cambio d’una moneta le guardie di qualunque cosa accadesse in città. Oggi, invece, ben altri sindaci, ben altri caporioni!

Anzi, forse oggi è peggio che ai tempi del Belli, fatte le debite proporzioni e visti i mezzi tecnologici a disposizione (perfino la televisione a circuito chiuso). E nonostante ben otto corpi di polizia – dai Vigili Urbani alla Guardia di Finanza – che sembrano ostacolarsi a vicenda e che ci costano un occhio della testa, non si riesce a prevenire incidenti simili. Così, l’ennesimo gesto folle d’un maniaco  che si è accanito contro le decorazioni e il delfino della fontana del Moro, rischia di rovinare per sempre uno dei più famosi monumenti di Roma. Fortuna che i “cherubbigneri” (carabinieri) hanno sùbito acciuffato il vandalo, mostrandosi più efficienti nelle indagini delle famigerate Guardie Civiche del Papa, su cui ironizzava spesso il Belli, o i teatrali “cherrubbigneri” di allora, armati più di baffoni che di carabina, che al massimo spaventavano i gatti dei vicoli. Ma per i monumenti, è inutile intervenire “dopo” il fattaccio: in molte piazze di Roma ricche di monumenti  ci vorrebbe una prevenzione capillare: vigili o altre forze di polizia dovrebbero stazionarvi in permanenza, a scopo deterrente.

Utilizzando i pezzi dei delfini ritrovati a terra, i restauratori sono già al lavoro. E poi, fortuna nella sfortuna, pochi sanno, forse solo i tecnici e gli storici della Sovrintendenza (e perciò questa apparirà a molti una rivelazione), che i gruppi marmorei decorativi della fontana del Moro furono sostituiti nel 1874, perché molto rovinati, da copie perfette. Allora – bei tempi – esistevano ancora ottime scuole di scultori copisti. Quindi il vandalo che ha martoriato la fontana ha preso un abbaglio storico-artistico. A molti piacerà questa rivelazione, e tireranno un sospiro di sollievo, ma ad altri romani dispacerà (“Ma guarda un po’, con tutte queste imitazioni, non bastavano i cinesi: oggigiorno neanche la fontana del Moro è vera!”).

IMMAGINI. 1. La fontana del Della Porta, detta “del Moro”, col tritone al centro (scolpito dal Bernini) che regge per la coda un delfino. 2. Il mascherone della fontana mutilato dal vandalo psicopatico armato di pietra. Una volta tanto, il restauro (perfetto e invisibile) è stato completato in pochissimi giorni.

PER SAPERNE DI PIU’. Su piazza Navona, la sua storia curiosa, le sue fontane, Donna Olimpia, papa Innocenzo X, il palazzo Pamphili, il “lago” estivo, e altro ancora, si veda lo speciale articolo dedicato.

 
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