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Nella confessione, un prete, uomo con tutti i suoi pregi e difetti, applica la Dottrina cattolica ai casi concreti, futili o drammatici che siano, della vita dei penitenti cattolici. Non bastando il colloquio diretto con la coscienza, severa giudice di umanisti e atei, o con Dio stesso, come per protestanti o ebrei, un uomo, un uomo come molti, talvolta peggiore di tanti altri, si trova a giudicare e punire in nome di Dio i “peccati” di altri uomini come lui, di fatto dirigendone la vita. E' giusto?
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Proprio in questi mesi l’opinione pubblica è scandalizzata da reati e peccati gravissimi compiuti ovunque da preti cattolici, dalla pedofilia sui bambini delle scuole e delle parrocchie agli stupri su donne e seminaristi, fino addirittura ai sospetti di omicidio. Pensare che qualcuno di quei preti abbia potuto confessare, è inquietante.
Non è un caso che penitenza e confessione siano oggi in disuso, e i confessionali siano spesso vuoti, tanto che papa Giovanni Paolo II, per dare l’esempio, un giorno scese in S. Pietro e si mise lui stesso a confessare i pellegrini. Ma è certo che i tempi d’oro della confessione sono lontani. Eppure, fino all’epoca del Belli, davanti ai confessionali, si vedevano lunghe file di penitenti su entrambi i lati.

Naturale che la satira anglosassone e anticlericale – vedi le due stampe dell’Ottocento – si sia sempre appuntata sulla confessione, sulle penitenze, anzi, sull’intero sistema cattolico delle indulgenze con cui sono rimessi i peccati (proprio la rivolta contro il mercato delle indulgenze portò nel Cinquecento allo scisma protestante), e sulla figura stessa del prete confessore, che profittando del proprio potere può dirigere in modo malizioso e vizioso questo sacramento, per propri scopi personali, come infatti si vede nei due sonetti del Belli che riportiamo di seguito, scritti il medesimo giorno.
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ER BON PADRE SPIRITUALE
«Accúsati figliuola». «Me vergogno».
«Niente: ti aiuto io con tutto il cuore.
Hai dette parolacce?» «A un ber zignore».
«E cosa, figlia mia?» «Bbrutto carogno».
«Hai mai rubato?» «Padre sí, un cotogno».
«A chi?» «Ar zor Titta». «Figlia, fai l’amore?»
«Padre sí». «E come fai?» «Da un cacatore
ciarlamo». «E dite?» «Cuer che cc’è bbisogno».
«La notte dormi sola?» «Padre sí».
«Ciài pensieri cattivi?» «Padre, oibò».
«Dove tieni le mani?» «O cqui o llí...».
«Non ti stuzzichi?» «E cc’ho da stuzzicà?»
«Lì fra le cosce...». «Sin’adesso no,
(ma sta notte sce vojjo un po’ pprovà)».
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«Accúsati figliuola». «Me vergogno».
«Niente: ti aiuto io con tutto il cuore.
Hai dette parolacce?» «A un ber zignore».
«E cosa, figlia mia?» «Bbrutto carogno».
«Hai mai rubato?» «Padre sí, un cotogno».
«A chi?» «Ar zor Titta». «Figlia, fai l’amore?»
«Padre sí». «E come fai?» «Da un cacatore
ciarlamo». «E dite?» «Cuer che cc’è bbisogno».
«La notte dormi sola?» «Padre sí».
«Ciài pensieri cattivi?» «Padre, oibò».
«Dove tieni le mani?» «O cqui o llí...».
«Non ti stuzzichi?» «E cc’ho da stuzzicà?»
«Lì fra le cosce...». «Sin’adesso no,
(ma sta notte sce vojjo un po’ pprovà)».
11 dicembre 1832
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Versione. Il buon padre spirituale. Accúsati figliuola. Mi vergogno. Niente: ti aiuto io con tutto il cuore. Hai detto parolacce? A un bel signore. E che cosa, figlia mia? Brutta carogna. Hai mai rubato? Padre sí, una mela cotogna. A chi? Al signor Titta [Giovanbattista]. Figlia, sei fidanzata? Padre sí. E come fai? Parliamo nel cesso [che era sul balcone comune che dava verso il cortile]. E dite? Quello che serve. La notte dormi sola? Padre sí. Hai pensieri cattivi? Padre, oibò. Dove tieni le mani? Dove càpita... Non ti stuzzichi? E che cosa devo stuzzicarmi? Lì fra le cosce... Finora no, (ma questa notte ci voglio un po’ provare).
ER CONFESSORE
– Padre... – Dite il confiteor. – L'ho ddetto.
– L'atto di contrizione? – Ggià l'ho ffatto.
– Avanti dunque. – Ho ddetto cazzo-matto
a mmi' marito, e jj'ho arzato un grossetto.
– Poi? – Pe una pila che mme róppe er gatto
je disse for de mé: "Ssi' mmaledetto";
e è ccratura de Ddio! – C'è altro? – Tratto
un giuvenotto e cce sò ita a lletto.
– E llì ccosa è ssuccesso? – Un po' de tutto.
– Cioè? Sempre, m'immagino, pel dritto.
– Puro a rriverzo*... – Oh che peccato brutto!
Dunque, in causa di questo giovanotto,
tornate, figlia, con cuore trafitto,
domani, a casa mia, verso le otto.
11 dicembre 1832
– Padre... – Dite il confiteor. – L'ho ddetto.
– L'atto di contrizione? – Ggià l'ho ffatto.
– Avanti dunque. – Ho ddetto cazzo-matto
a mmi' marito, e jj'ho arzato un grossetto.
– Poi? – Pe una pila che mme róppe er gatto
je disse for de mé: "Ssi' mmaledetto";
e è ccratura de Ddio! – C'è altro? – Tratto
un giuvenotto e cce sò ita a lletto.
– E llì ccosa è ssuccesso? – Un po' de tutto.
– Cioè? Sempre, m'immagino, pel dritto.
– Puro a rriverzo*... – Oh che peccato brutto!
Dunque, in causa di questo giovanotto,
tornate, figlia, con cuore trafitto,
domani, a casa mia, verso le otto.
11 dicembre 1832

Versione. Il confessore. – Padre... – Dite il confiteor. – L'ho detto. – L'atto di contrizione? – Già l'ho fatto. – Avanti dunque. – Ho dato dello scimunito a mio marito e gli ho rubato un grossetto [moneta d’argento da mezzo paolo, pari a 5 baiocchi]. – Poi? – Per un tegame che mi ruppe il gatto gli dissi fuor di me: "Sii maledetto"; ed è creatura di Dio! – C'è altro? – Frequento un giovanotto, e ci sono stata a letto. – E lì cosa è successo? – Un po' di tutto. – Cioè? Sempre, m'immagino, per il dritto. – Anche al rovescio... – Oh che peccato brutto! Dunque, a causa di questo giovanotto, tornate, figlia, con cuore trafitto, domani, a casa mia, verso le otto.
IMMAGINI. 1. Dietro le grate del confessionale (vignetta di N.Valerio 2010), il solito cinismo ideologico dei confessori. 2. Prete confessa una giovane donna (stampa popolare dell'Ottocento). 3. Un confessionale. 4. Donna inginocchiata davanti al confessore (stampa dell'Ottocento). 5. Durante e dopo la confessione (stampa satirica anti-cattolica, Stati Uniti 1895). La satira metteva in rilievo il plagio delle giovani penitenti da parte dei preti cattolici. 6. Un ricco, esagerato, confessionale in stile rococò.
6 commenti:
Ah, ah, molto divertente. E qualcosa del genere succede anche oggi...
Be', dipende dal confessore. Io ho confessato di tutto: col mio uomo non ti dico che cosa ho fatto... Eppure sono stata assolta!
Daniela, che c'entra, qui si parlava di confessori non severi ma che profittano delle donne.
Franco Grillini, storico difensore dei diritti degli omosessuali, e di idee laiche e liberali, ha detto oggi nel programma satirico "Un giorno da pecora" (Radio Rai) condotto da Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lago, che anche a lui, da piccolo, a 8 anni, capitò di essere maliziosamente interrogato dal confessore: "Ma tu ti tocchi?" E anche un altro ospite ha confermato. Insomma, la confessione come diffusione della malizia. O, viste le notorie tendenze pedofile dei preti, si tratta di una sorta di screening di massa, di un'indagine un po' interessata?
Certo, hanno ragione Grillini e S.Pietrino: c'è anche il problema dei bambini maschi nei confessionali di Poco Santa Madre Chiesa..., a questo punto diseducatrice di massa.
Hai voglia! La stessa malizia i preti nell'oscurità complice del confessionale la mostrano verso i fanciulli. "Sinite parvulos venire ad me", lasciate che i bambini vengano da me, diceva qualcuno, non a caso.
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